“Il sito web che utilizza il servizio Google Analytics (GA), senza le garanzie previste dal Regolamento Ue, viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti.” https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9782874)
Con queste parole il Garante per la privacy italiano ha stabilito che Google Analytics violi le regole europee che regolano il trattamento dei dati personali e che, quindi, non sarà più possibile utilizzarlo.
Ma capiamo insieme perché e cosa comporta questa decisione.
L’Autorità italiana, come quella austriaca e francese, ritiene che il trasferimento dei dati dai siti web europei agli USA sia illegittimo. Infatti, l’ultima indagine ha fatto emergere che i dati raccolti attraverso Google Analytics raccolgono moltissime informazioni che riguardano i fruitori dei siti web europei, tramite i cookie. In questo mare di informazioni si trovano anche dati piuttosto sensibili come l’indirizzo IP, informazioni sul browser e il sistema operativo utilizzati dagli utenti, fino alla lingua selezionata, alla data e all’ora della visita.
I dati raccolti, però, non vengono poi gestiti con la stessa attenzione con cui sono stati accumulati. Infatti, tutte le informazioni relative agli utenti vengono automaticamente trasferite negli Stati Uniti; qui non vengono rispettate le tutele previste dal Regolamento generale sulla protezione dei dati Europeo e ciò non garantisce un livello di protezione idoneo.
Il consiglio migliore è quello di adeguarsi alle nuove normative GDPR. Per farlo esistono varie soluzioni sicure che possono andare a sostituire Google Analytics e che non trasferiscono dati sensibili oltreoceano.
Qui sotto alcune risorse alternative che possono essere utili in questo momento:
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