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Le best practices per il social media marketing nel B2B

By 29 Maggio 2025No Comments
Best practices per il social media marketing nel B2B

Nel marketing B2B, i social media non sono (più) un semplice canale da presidiare per dovere di presenza. Sono diventati uno strumento strategico per costruire reputazione, generare fiducia, dialogare con il mercato.

Ma per farlo davvero bene, serve una strategia: scegliere i canali giusti, usare il tono più adatto, creare contenuti che parlino al pubblico di riferimento.

In questo articolo vediamo come orientarsi nel social media marketing, con uno sguardo attento al mondo industriale.

 

Dal presidio al posizionamento: come stanno cambiando i social media nel B2B 

 

Nel B2B, parlare di social media significa cambiare mentalità. Il paradigma non è più “esserci per forza” o “postare qualcosa ogni tanto”, ma comunicare in modo rilevante e costante con il proprio pubblico.

Questo cosa significa?

  1. I social non sono vetrina, ma dialogo e posizionamento: non serve mostrare soltanto prodotti come se fossimo a una fiera. Serve raccontare il valore che l’azienda offre ogni giorno.
  2. Capire cosa vogliono davvero gli utenti B2B: il pubblico cerca informazioni utili, concrete e tecniche, ma chiare. Vogliono capire chi sei, cosa fai e perché dovrebbero fidarsi di te.
  3. Evitare l’autoreferenzialità e costruire fiducia: parlare solo di sé non basta. Serve aprirsi, coinvolgere le persone, condividere contenuti che generino conversazioni.

 

L’importanza del social media marketing nel B2B industriale

 

Nel panorama del marketing industriale, il social media B2B non è più un optional. È un canale chiave per presidiare la propria nicchia, intercettare nuovi lead e consolidare la brand reputation.

Essere presenti sui social significa farsi trovare. Ma ancora prima, significa farsi riconoscere, con contenuti coerenti, autorevoli e riconducibili allidentità aziendale

Inoltre, la scelta dei contenuti e del tono di voce può davvero fare la differenza tra un account che cresce e uno che resta fermo.

 

Quali piattaforme social usare nel marketing per il B2B

 

Non tutti i social funzionano allo stesso modo, e non tutte le piattaforme sono adatte al mondo industriale.

Ecco una panoramica delle principali, con un focus su quelle più efficaci per il nostro settore:

 

LinkedIn per il B2B: il social della relazione professionale

LinkedIn è, senza dubbio, il canale principe per il social media B2B. Permette di intercettare decision maker, dialogare con partner e stakeholder, ma anche posizionarsi su temi rilevanti.

Parallelamente, LinkedIn è il luogo dove si possono condividere:

  • articoli tecnici
  • aggiornamenti su fiere e innovazioni
  • contenuti corporate con volto umano (es. team, clienti, backstage)

 

YouTube per il settore industriale: visibilità e contenuti a lungo termine

YouTube è perfetto per il mondo industriale: è il social della dimostrazione visiva, dei processi spiegati passo a passo, delle interviste e delle demo di prodotto.

Un buon canale YouTube può essere un archivio prezioso per venditori e tecnici, oltre che una risorsa per chi cerca informazioni prima di una decisione d’acquisto.

Scopri di più nel nostro approfondimento su YouTube e B2B.

 

Oltre gli strumenti classici: nuove opportunità da esplorare

Alcuni strumenti si stanno rivelando interessanti anche nel B2B, se usati con coerenza rispetto al tone of voice aziendale:

  • Instagram: utile per mostrare backstage, volti ed eventi
  • Podcast: ideali per raccontare il know-how aziendale
  • Reel e Shorts: efficaci per spezzare il ritmo e aumentare la visibilità

L’importante è non usare questi canali in modo forzato, ma integrarli nella strategia in base agli obiettivi e al target.

 

5 best practices per contenuti social efficaci nel B2B 

 

Creare contenuti per il social media B2B non significa semplicemente postare. Significa progettare una strategia editoriale.

Ecco 5 best practices da cui partire:

  1. Definire una voce chiara e riconoscibile
  2. Creare contenuti tecnici, ma accessibili 
  3. Mostrare le persone: chi lavora in azienda fa la differenza 
  4. Guardare i dati giusti (non solo vanity metrics)
  5. Usare l’ADV in modo strategico

Ma entriamo nel dettaglio.

 

  1. Definire tone of voice e personalità aziendale 

Il primo passo è costruire un’identità riconoscibile.

Il tone of voice deve essere coerente con i valori dell’azienda, con il settore in cui opera e con il tipo di pubblico.

Professionale, ma non freddo. Tecnico, ma comprensibile. Autorevole, ma aperto al dialogo.

 

  1. Pubblicare contenuti di valore (tecnici, ma leggibili)

I contenuti devono portare qualcosa di utile: spiegare un processo, rispondere a un problema, raccontare un’innovazione.

Il linguaggio tecnico non è un limite, se è reso chiaro, leggibile e ben impaginato.

 

  1. Coinvolgere le persone interne: i volti contano

Il pubblico B2B vuole sapere chi c’è dietro i brand.

Raccontare i volti, i reparti, le storie di chi lavora in azienda aumenta l’engagement e umanizza la comunicazione.

Team, collaboratori, tecnici: sono loro a fare la differenza.

 

  1. Monitorare KPI reali (interazioni, CTR, lead, traffico)

Non basta contare i like. Un buon piano social nel B2B si misura su:

  • tasso di clic
  • tempo di permanenza
  • traffico al sito
  • richieste di contatto

I social devono generare valore reale, non solo visibilità.

 

  1. Sfruttare l’advertising per aumentare copertura e lead

Nel B2B, la pubblicità social è uno strumento potente, soprattutto su LinkedIn.

Può:

  • aumentare la copertura dei contenuti
  • portare traffico qualificato al sito
  • generare lead con campagne mirate

Investire su contenuti ben fatti è il primo passo. Il secondo è farli arrivare alle persone giuste.

 

Social Media Management per il B2B: l’approccio di Primaklasse

 

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